Lavoratori isolati, sicurezza lavoro isolato.
Lavoratori isolati. Per lavoro in solitudine, chiamato anche lavoro isolato e/o lavoro solitario, si intende quella situazione in cui il lavoratore si trova ad operare da solo, senza una sorveglianza, senza una interrelazione diretta o senza la presenza ravvicinata di altri soggetti.
Nel corso degli ultimi anni sempre più spesso e in ogni settore i lavoratori svolgono la propria attività da soli. I settori in cui si può riscontrare tale tipologia sono dal terziario avanzato al manifatturiero più classico, e questo è dovuto soprattutto all’evoluzione dell’organizzazione del lavoro e delle nuove tecnologie.
La condizione di lavoratore isolato detto anche lavoratore solitario o lavoratore in solitudine, può non essere necessariamente permanente. Può accadere che un lavoratore riceva un compito occasionale che deve essere svolto autonomamente ed in un luogo isolato, per un periodo più o meno breve. In altri casi il compito può trasformarsi in lavoro isolato per effetto di cause esterne quali, per esempio, il protrarsi oltre il normale orario di lavoro.
Una circostanza assai comune si determina nei grandi palazzi direzionali verso sera o in giorni prefestivi o festivi.
All’aggettivo “solitario” e/o “isolato” è possibile associare anche altre condizioni di peculiarità quali l’orario notturno, ed in questo caso parliamo di lavoro isolato notturno, il luogo isolato o di difficile accesso, alcuni agenti o fattori che possono rendere critica una situazione che è già in partenza “speciale”, la posizione geografica o territoriale, la non conoscenza dei luoghi, i fattori ambientali avversi.
Altri lavori “particolari” possono risultare in apparenza non-isolati ma presentare difficoltà di comunicazione, di movimento o altre limitazioni segreganti o di impedimento visivo così importanti da determinare lo stesso effetto.
Di seguito sono esemplificati alcuni fra gli innumerevoli casi di lavoro isolato.
- Lavoratori in luoghi fissi/permanenti, dentro o fuori il luogo di lavoro nella disponibilità del datore:
- piccole attività con pochi addetti: laboratori, stazioni di rifornimento o servizio, chioschi, negozi, punti di informazione, sale controllo, biglietterie, rivendite;
- reparti isolati di aziende, impianti di risalita, magazzini, centri di ricerca;
- prestatori di servizi che devono essere svolti al di fuori della normale attività aziendale, sorveglianza, addetti alle pulizie, addetti alla manutenzione, dirigenti o responsabili.
- Lavoratori mobili o decentrati dalla propria sede operativa:
- cantieri o interventi esterni, montatori, rappresentanti, servizi presso terzi;
- agricoltori e forestali
- servizi distribuiti, distribuzione, servizi a domicilio, sanità, professionisti ed artigiani, agenti e rappresentanti;
- autisti e trasportatori
Il lavoro in solitudine, chiamato anche lavoro solitario, o lavoro isolato, di per sè non è vietato dalla legge, ma i lavoratori, chiamati lavoratori isolati, o lavoratori solitari, che svolgono quell’attività vanno particolarmente tutelati, specie se viene svolta in orari notturni.
La numerosità di situazioni lavorative “non rischiose” ma “solitarie” e/o “isolate” è molto vasta ed è sempre raccomandabile una cura particolare nella valutazione dei rischi del lavoro isolato, e nella predisposizione delle misure di prevenzione e di protezione senza sottovalutazioni del lavoro isolato. Chi è da solo non può contare che su se stesso e questo, oltre che un rischio per la sicurezza, può trasformarsi in fattore di stress o disagio.
Di seguito vengono riportati alcune esempi di lavoratori isolati: